Minas Tirith
"Questa sarà l`era degli uomini" si
sentenziò agli sgoccioli della Terza Era, quando l`anello del potere
venne distrutto nel Monte Fato, alle terre di Mordor.
Il trono di Aragorn portò la città a vette di splendore mai viste,
eguagliando ciò che un tempo fu con Isuldur, figlio di Elendil.
I confini raggiunsero la loro massima estensione, grande era l`esercito,
e la pace regnava sovrana.
Ma essa, si sa, è solo un sogno sfuggevole, ed il male non può essere
estirpato. Sauron cadde nell`oblio, i suoi servitori gli voltarono le
spalle vedendo svanire il suo potere, potere dal quale erano soggiogati.
Tuttavia esso ha radici troppo profonde, troppo oscure per poter essere
comprese.
Esso vagava come uno spettro, ed ovunque si recasse portava con se bruma
e tenebre. Gli Orchi si rifugiavano sulle montagne, i Balrog si celavano
nelle oscure caverne, le creature di Melkor non erano sconfitte e forse
mai lo sarebbero state.
E gli Elfi erano ormai sempre più rari, la loro magia lentamente svaniva
dalla Terra di Mezzo, fuggivano verso le Terre Immortali, abbandonando
una missione non ancora compiuta.
Tuttavia alcuni Elfi Scuri e pochi Noldor ancora vi dimoravano; i Nani
prosperavano, nuove truppe furono inviate a Moria e Gimli vi dimorò
accrescendo la sua ricchezza ed il suo potere. Gli Hobbit, invece,
tornarono a chiudersi nella monotonia giornaliera, fumando erba pipa e
mangiando fino ad esser sazi; ma dire che per loro è finita qui sarebbe
una bugia.
A Gondor furono inviati gli Hobbit più valorosi capitanati dal generale
Peregrino Tuk.
Il bianco concilio, ormai scarno di alcuni dei più potenti membri, fu
affidato a Radagast il semplice, ora Radagast il bianco.
Il male e l`oscurità della Terza Era sembravano essere un incubo
lontano, come visto da un vetro ormai appannato, tanto che bastò poco
perchè ai giovani le vicende di Frodo il monco, e Samvise l`impavido
venissero ricordate al pari di leggende millenarie, storielle, di quelle
che hanno sempre un lieto fine.
Ma gli Orchi ripresero coraggio, nessuno sa cosa smosse quegli esseri
stolti, essi abbisognavano di un capo. Costruirono grandi barricate sui
monti delle terre selvagge, per anni nessuno seppe nulla, finché non si
erse, piccola ma imponente, la fortezza dinnanzi al mare di Rhun.
Gli eserciti di Gondor non esitarono a partire, eppure su settemila
uomini ne tornarono cento, stremati e sconfitti. Intercettati ad est di
Dagorlad e decimati da un imboscata.
E fu la corsa alla difesa, nuovamente Minas Tirith fronteggerà gli
eserciti dei figli di Melkor.
Si riunì il concilio dei popoli, fondato dopo la caduta di Mordor, si
decise che ogni popolo inviasse a Gondor un´ambasciata con un
contingente militare, ed è così che nella seconda fascia di mura di
Minas Tirith nacquero le ambasciate, ognuna recitava le effige della
propria razza e del proprio popolo.
Il primo attacco fu decisivo, l`efficenza del concilio dei popoli era
tangibile, Minas Tirith respinse l`invasione, non senza gravi perdite.
I giochi sono fatti, l´inarrestabile macchina del destino è nuovamente
in moto. Ora solo il fato sa cos´accadrà."
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Lo Staff
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